Ottobre 2020 – La domanda giusta.

La domanda giusta – contributo esterno-

Ovvero come avere successo negli investimenti

Gestire il patrimonio dei clienti significa essere in grado di dare risposte. Siamo abituati a pensare che la costruzione del portafoglio investimenti del cliente debba necessariamente passare dal  trovare una risposta a domande quali:

  • Meglio i bonds o le azioni?
  • Meglio prodotti attivi o prodotti passivi? 
  • Meglio i titoli value o quelli growth?
  • Meglio stare liquidi in attesa di uno storno o comprare con un Pac? 
  • Le banche centrali cosa faranno? 

Queste sono le domande che ci poniamo oggi e, più o meno, sono quelle che ci siamo posti  nel 1994, nel 1997, nel 2002 e nel 2009.  Abbiamo sempre pensato che la giusta risposta a queste domande avrebbe portato ad una asset allocation corretta e, quindi, ad un buon risultato per il cliente.

I dati che sto per mostrarvi dimostrano però che il risultato che abbiamo ottenuto fino ad oggi prescinde dalla risposta che di volta in volta abbiamo dato a quelle domande e questo per il  semplice motivo che negli ultimi 20 anni è salito tutto.

Potevamo essere negativi e sovrappesare i bonds, positivi e sovrappesare equity ed il risultato finale non sarebbe cambiato!

Anche prendendo come riferimento di partenza il valore massimo delle azioni del marzo 2000, questi sono i risultati:

Negli ultimi 20 anni, avere scelto  un portafoglio bilanciato europeo prudente (70% bonds e 30% equity)  o un portafoglio azionario 100%  Usa non avrebbe dato alcuna differenza tangibile. Scegliere tra Bund e Btp oppure tra Sp500 o Hong Kong, non avrebbe fatto differenza.

Questa volta signori è diverso. E’ vero, oggi, come nel 2000, siamo ai massimi di mercato sia azionario che obbligazionario e, oggi come allora, abbiamo il partito di chi grida alla bolla speculativa  e vi dipinge scenari funesti dove solo un po’ di oro sotto al materasso vi potrà salvare e il partito che invece vi dice che le banche centrali risolveranno ogni problema per cui l’unica cosa che dovete fare è mettere il pilota automatico sul “buy the dip” del mercato azionario (non importa quale ma nel dubbio meglio quello europeo perché è rimasto più indietro …..) Non cadete nell’errore di pensare che necessariamente investire oggi significa dover scegliere da che parte stare. Non andate ad infoltire la schiera dei fans dell’oro o dei bonds o delle azioni.  Oggi possiamo uscire da questo schema e per capire cosa dobbiamo fare dobbiamo porci solo la domanda giusta!
La domanda giusta è:
“esiste un motivo plausibile per il quale abbiamo oggi questa divaricazione tra titoli value e titoli growth e tra Nasdaq e Dax? ”.

Secondo i  gestori tradizionali la risposta è no. Ed è per questo che questi signori vedono la linea gialla e quella bianca come un chiaro esempio di bolla speculativa e vi  dicono o di comprare bonds o oro se sono del partito dei pessimisti ad oltranza o di preferire azioni europee e value se sono del partito dei banchieri centrali.

Secondo noi invece la risposta è sì.

Esiste un motivo molto potente che ha a che fare con la convergenza di fenomeni tecnici, come la rivoluzione energetica basata sul drastico calo dei costi di generazione e stoccaggio delle rinnovabili, la rivoluzione alimentare che porterà entro 5 anni le  proteine “plant based” a costare 1/5 di quelle derivanti dall’ allevamento intensivo, la rivoluzione del settore comunicazioni del 5G che toglierà le barriere di trasmissione dati rendendo possibile un economia “digitale” di cui abbiamo avuto un assaggio nel periodo di lockdown.  Noi pensiamo che gli investitori smart abbiano capito che siamo nel bel mezzo di una transizione che vede il passaggio da un economia basata sulla meccanica ad una economia basata sull’elettronica, da un economia basata su modelli centralizzati di produzione a modelli locali. Siamo nel bel mezzo di un passaggio da una economia basata sulla estrazione del valore ad una economia basata sulla creazione del valore.

Se abbiamo ragione le differenze tra azioni Growth e Value, tra indice Nasdaq e Dax, da adesso  a 5 anni si saranno ampliate enormemente e non ridotte o annullate come si potrebbe pensare in prima battuta.

Come riconoscere se il vostro gestore è tra quelli che credono che siamo nel bel mezzo di una rivoluzione economica?

Basta guardare se le performance che ha ottenuto nell’ultimo anno assomigliano alla linea rossa o a quella bianca.

L’asset allocation del prossimo quinquennio.

Sì, avete letto bene quella che vi stiamo per dare è una proposta di  asset allocation rischio medio che pensiamo possa guidarvi nei prossimi 5 anni. Le rivoluzioni che abbiamo descritto ci offrono la medesima chance che avevamo nel 2010. Nel 2010, se avessimo compreso le potenzialità dello smartphone rispetto al vecchio GSM saremmo andati lunghi di Apple, Amazon e Google ed avremmo shortato Nokia, ATT e Telecom Italia.  Un portafoglio fatto da un 20% di questo long short e un 80% di Bund tedeschi a 10 anni avrebbe reso il 15% annuo lordo ogni anno dal 2012.

Noi all’epoca facemmo l’errore di non cavalcare questo trend secolare e ce ne siamo pentiti. Oggi non vogliamo ripetere quell’errore.

Il portafoglio dei prossimi 5 anni non avrà più una componente obbligazionaria molto pesata (il bund non rende più il 3% annuo ma il -0,5% annuo!): la parte portante del portafoglio (per un KIID4 diciamo il 60%) sarà composta da un Long titoli obbligazionari legati all’inflazione e uno Short tassi nominali. La componente azionaria lunga sarà sostituita da un long dei trend sopra citati (25%) e short dei temi vecchi (15%).

Buon investimento a tutti.

Il presente documento è stato predisposto da Komorebi Invest Suisse SA, sulla base di informazioni pubblicamente disponibili, di dati elaborati internamente e di altre fonti di terze parti ritenute affidabili. Le informazioni ottenute da fonti pubbliche o da terze parti non sono state verificate da Komorebi Invest Suisse SA che, pertanto, non ne garantisce l’accuratezza, la completezza o l’affidabilità. I contenuti nel presente documento si riferiscono alla data in cui esso è stato redatto indipendentemente dal momento in cui il lettore può ricevere o accedere alle informazioni ivi presenti. I contenuti possono essere soggetti, in qualsiasi momento, a modifica senza obbligo di preavviso o motivazione da parte di Komorebi Invest Suisse SA. Il presente documento ha finalità meramente informativa. In particolare non è consentita la riproduzione, la divulgazione, la trasmissione o pubblicazione dello stesso in qualsiasi formato, senza la preventiva autorizzazione scritta della società. Il presente documento non contiene informazioni idonee a determinare in concreto la propensione all’investimento e, dunque, non può e non deve costituire la base per assumere alcuna decisione di investimento, non costituisce una sollecitazione al pubblico risparmio o un’offerta, né una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di strumenti finanziari e/o di qualsiasi tipologia di servizi di investimento o altro servizio. Le informazioni e i dati forniti non sono presentati come adattati per, né tengono in considerazione le caratteristiche di alcun cliente in particolare e non devono essere intese, dunque, quali raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nel documento non costituiscono consulenza in materia economica, legale, fiscale o di altra natura, né si prestano quale base per prendere decisioni d’investimento o di altra natura. Va altresì tenuto presente che i rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri e non vi è garanzia di ottenere uguali rendimenti per il futuro. I rendimenti eventualmente indicati sono al lordo degli oneri fiscali. Il presente documento è soggetto a copyright e tutti i relativi diritti sono riservati.


Lascia un commento