Il 2022 –
L’Europa e l’Euro al centro dell’attenzione
I mercati, negli ultimi 15 anni, ci hanno abituato a movimenti sincroni, di ampiezza diversa ma sincroni!
Ci hanno abituato che, quando leggiamo “positivi (negativi) sul mercato azionario”, questo significa prevedere il medesimo segno davanti a indici di qualsiasi paese industrializzato e lo stesso dicasi per i mercati obbligazionari.
Nelle previsioni non mancano di certo opinioni diverse sulle ampiezze diverse di quei segni più (o meno) attesi ma l’ipotesi sottostante è che la correlazione tra equity di Stati Uniti, Europa e Emergenti (e lo stesso dicasi per i bonds) sia positiva e rimarrà sempre positiva ed eventuali mutamenti dell’ ampiezza della medesima saranno poi, di volta in volta, oggetto della classica chiamata al “mean reverting”.
È quindi probabile che anche il 2022 non sfugga a questa “regola” ed in quel caso la nostra previsione su quali investimenti privilegiare l’anno prossimo non si discosta dalle decine che ho letto ed è presto fatta: sovrappesare equity e sottopesare bonds.
Ma ogni anno che è passato, dal 2007 ad oggi, ha in realtà cumulato delle differenze, in termini di economia reale, che rendono sempre più probabile che, alla fine, queste differenze esplodano anche sui listini.
Crediamo quindi che la cosa più utile da fare, quest’anno, in sede di previsione, mettere in guardia su quali siano queste differenze e di cosa potranno comportare, in termini di andamenti di mercato, qualora sia proprio il 2022 l’anno in cui le medesime si paleseranno.
Quello che vi stiamo per elencare è lo scenario più probabile ?
Forse no.
E’ quello che può rivelarsi più utile per spiegare da dove possono arrivare i rischi per il nostro portafoglio e su come difenderci dai medesimi?
Pensiamo di sì.
Ecco allora che entriamo nel vivo con alcune domande che riprendono quanto approfondito anche nei precedenti reports.
2021: tassi in rialzo, sia in Europa che in Usa. Ma siamo sicuri che le dinamiche di inflazione sottostanti a questo rialzo siano le medesime sulle due sponde dell’Atlantico?

2021: rischio di credito (BBB a 10 anni), in rialzo sia in Europa che in Usa. Ma siamo sicuri che il debito italiano sia più sostenibile di quello di Oracle o di AT&T?

2021: i mercati azionari sono approdati su nuovi massimi. Ma siamo sicuri che S&P500 e Dax abbiano gli stessi fondamentali economici?

La risposta alle domande precedente è: NO. Malgrado l’output gap di USA ed EU siano uguali,

l’output gap negativo europeo si abbina ad un PIL fermo da 14 anni. La scintilla inflattiva mondiale (nata come temporanea) in Europa troverà un’economia di sterpaglie dove attecchire.

Le sterpaglie europee sono quei 5.800 mld di liquidità incapaci di trasformarsi in investimenti, beni e servizi. Quei 5.800 mld aspettavano solo una scintilla per incendiarsi e incenerirsi.

Da qui il primo set di previsioni per il 2022.
Euro dollaro verso la parità

Inflazione area euro tra 4% e 5%

Tassi decennali area euro compresi tra il 2% ed il 5%

Crescita nulla e inflazione sopra al 4% causeranno una caduta degli indici azionari europei mediamente del 10%. Il trend dei ricavi aziendali non contrasterà questa tendenza.

L’economia statunitense proseguirà nella sua capacità di crescere e di trasformare il capitale disponibile in opportunità, innovando prodotti e processi produttivi.

Trainata dalla sua leadership nel settore trainante del futuro, la tecnologia.

Da qui il secondo set di previsioni per il 2022.
S&P500 a 5200 e Nasdaq100 a 18000 trainati da un solido trend degli utili aziendali

con un’inflazione in rientro grazie alla graduale chiusura dell’output gap ed a un cambio forte.
Inflazione Usa sotto al 3% nel 2022

Linee guida per la definizione dell’asset allocation.
- Lento recupero delle materie prime
- Euro dollaro verso 1
- S&P500 e Nasdaq100 +10%
- Indici azionari europei -10%
- Obbligazioni europee decennali -10%
- BTP decennali -15%
- Obbligazionario Usa sui livelli attuali
- Inflazione europea sopra al 4%
- Inflazione Usa sotto al 3%
- Crescita reale Europa negativa crescita reale Usa sopra all’1%
- Unico asset con rendimenti positivi in Europa saranno i titoli legati all’inflazione
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