RISCHIATUTTO: domande e risposte in un momento di caos.

Marzo 22 –

Un inizio anno difficilissimo. La guerra in Ucraina cattura l’attenzione di tutti e genera tristezza, ansia e paura. Anche i mercati finanziari sono influenzati dal pessimismo, dai timori per l’inflazione e l’impennata dei prezzi delle materie prime, dalle decisioni delle Banche Centrali.

Riportiamo qui alcune domande fatte in una presentazione, qualche giorno fa, con le nostre risposte per cercare di individuare in maniera razionale quali possano essere le soluzioni ai principali dubbi che riguardano le decisioni di investimento.

Alterneremo quindi le domande ai principali titoli e trafiletti delle testate economiche, per poi fornire la nostra visione, prevalentemente in disaccordo con la narrazione comune riportata dai giornali!

Prima di iniziare con la carrellata di domande però, innanzi tutto, partiamo dal grafico sotto e dalle due notizie che fornisce.

Il grafico mostra il confronto tra l’andamento, con base 100, di un portafoglio “All weather portfolio” ( che abbiamo visto nello spunto di riflessione Gennaio 22 – “Matrix” ovvero prodotti classici e prodotti a idee), della media dei fondi bilanciati italiani, della media dei fondi hedge macro.

La notizia buona è che, se manterremo un portafoglio diversificato, qualsiasi cosa faremo oggi (e nelle crisi che verranno nei prossimi anni) avremo un rendimento positivo.

La notizia cattiva è che il rendimento positivo annuo sarà molto più basso di quelli evidenziati nella legenda.

Per sfuggire al Matrix dei rendimenti decrescenti dobbiamo cercare di investire in un’idea.

Di fronte ai problemi attuali di guerra, inflazione, rialzo dei tassi, valutazioni azionarie, dire ad un cliente che vogliamo investire su un’idea di futuro diversa dalla realtà che osserviamo tutti i giorni può spaventare. Parlare e immaginare di un possibile futuro ignorando il presente può sembrare persino irritante.

Viviamo in un sistema talmente decotto che, per uscire dal Matrix , basta osservare il passato e cercare di dare una risposta ai problemi che hanno causato la volatilità di questi giorni.

Cominciamo allora con le domande, cominciamo con il nostro Rischiatutto!

Domanda: perché in Europa il costo dell’energia è così alto?

Il grafico sottostante mostra come il costo medio per Kilowatt ora in Europa sia intorno ai 25 cents (kWh), mentre negli Stati Uniti lo stesso sia 14.12 cents (kWh).

Risposta: perché negli ultimi 5 anni abbiamo continuato a puntare sul gas naturale, come mostra l’evoluzione del prezzo in Us ed in europa del grafico sottostante. Noi avevamo e abbiamo meno tempo degli USA per passare alle rinnovabili.

Domanda: è vero che la transizione verde è un sistema instabile che aumenta i costi e l’inflazione?

Leggendo alcuni dei titoli di giornale e commenti di esperti degli ultimi mesi si potrebbe pensare che, effettivamente, le preoccupazioni possano essere fondate.

Risposta: No.
Le frasi di pagina precedente sono espressione del rigurgito del vecchio sistema che non vuole cambiare.

La tabella sotto mostra infatti il costo totale per megawatt ora, in relazione alla diversa fonte di produzione. Si vede nettamente come le energie rinnovabili siano le meno costose.

Domanda: la FED continuerà ad alzare i tassi di interesse?

Risposta: sì, perché è una Banca centrale seria e sa benissimo che un’inflazione persistente, al di là delle cause, senza nessuna azione della banca centrale, mina la credibilità di quest’ultima.

Secondo le nostre stime, effettuate sulla base di un modello teorico che tiene conto di numerose variabili sia dal lato dei “costi” del sistema che da quello dei “ricavi”, quali livello di produzione del paese, crescita, crescita demografica, inflazione, livello disoccupazione, tassi di lungo periodo e altre, il tasso teorico statunitense a 10 anni dovrebbe essere intorno al 3% mentre i Fed Funds dovrebbero essere intorno al 2.5% Queste stime sono in linea con l’ipotesi di rialzo dei tassi da parte della Fed.

Domanda: il mercato Azionario Usa è in bolla?

Nei mesi scorsi guru ed esperti si sono espressi più volte sul pericolo dello scoppio della bolla sul mercato azionario statunitense! Jeremy Grantham, chief investment strategist di Grantham Mayo van Otterloo (GMO), vede bolle ovunque.

Il solo fatto che chi lo dice quasi sempre sia un sottoperformatore seriale dovrebbe far venire qualche dubbio!

Risposta. Al di là delle battute, secondo il nostro modello teorico il mercato equity Usa è al suo fair value.

Il grafico mostra l’andamento dell’indice S&P500 rispetto al valore teorico ricalcolato dal nostro modello. Dato che la maggior parte dei dati macroeconomici effettivi sono trimestrali, le stime sono al gennaio 2022.

L’andamento dell’indice S&P500 degli ultimi anni, quindi, è stato esponenziale perché l’andamento degli utili è stato esponenziale, non perché si sia creata una situazione di sopravvalutazione.

Domanda: i titoli Growth sono da evitare, come si legge sui giornali?

Risposta: no. secondo noi I titoli growth erano sottovalutati e con il rialzo degli ultimi 14 anni si sono portati in equilibrio.

Il grafico sottostante mostra non solo che il rapporto di Prezzo tra l’indice Russel Value e l’indice Russel Growth, ha seguito il trend decrescente del rapporto tra Utili dell’indice Russel Value e Utili dell’indice Russel Growth, ma anche che (periodo in cui la linea gialla – prezzi- era superiore rispetto alla verde -utili-) dopo la sottovalutazione relativa dei titoli growth rispetto ai value, il cui prezzo non era cresciuto in proporzione agli utili nel decennio precedente, adesso si sono riportati in linea con il rapporto degli utili.

Domanda: la BCE alzerà i tassi di interesse?

Risposta: no, o non abbastanza, perché non è una Banca centrale seria. La sua mission non è combattere l’inflazione e nemmeno la crescita economica, ma tenere sotto controllo gli spread e salvare l’Euro.

I grafici sottostanti, che avevamo già spiegato nei report precedenti, mostrano come, a fronte di un incremento di quasi 3 mila miliardi di asset della Bce dal 2008 ad ora, il PIL dell’area sia rimasto invariato. Nessun effetto sortito da questa enorme iniezione di liquidità. 

Lo stesso risultato per il paese Italia: un aumento di mille miliardi nel debito pubblico non ha portato ad alcun incremento nel Prodotto Interno lordo del paese.

Domanda: l’inflazione che osserviamo nelle principali economie è strutturale?

Risposta: l’inflazione è un fenomeno monetario se e solo se, nella formula che descrive il sistema capitalistico, ossia D–M–D’, la M scompare. Negli Usa la M non è scomparsa, quindi l’inflazione sarà temporanea (ossia i beni e servizi si adegueranno alla domanda).

D–M–D’

In Europa M è scomparso nella formula D–M–D’ quindi l’inflazione è probabile diventi strutturale (a meno che, contrariamente a quanto detto in precedenza la BCE non agisca).

L’andamento degli asset in bilancio della BCE, rispetto all’andamento dei prezzi al consumo e al Prodotto Interno Lordo ricorda quanto è successo in Turchia…

Domanda: il mercato dell’auto è in calo per via dei semiconduttori?

Risposta: no. La crisi parte da metà 2018 e dipende da due fattori: saturazione del mercato e efficienza complessiva del prodotto.

Il calo delle vendite mondiali di auto inizia nel 2018. Non è un caso che l’innovazione di prodotto mostri una domanda imponente.

Domanda: il PNRR può far ripartire l’Italia?

Risposta: no, perché la teoria e la realtà sono troppo distanti

Quei miliardi evidenziati in giallo sono una costante degli ultimi 14 anni. In teoria, 14 anni di riforme, di decreti «cresci Italia»; nella realtà, purtroppo, 14 anni in cui il debito pubblico è aumentato di 1000 mld senza uno straccio di risultato. Questo disastro è segno che il sistema capitalistico italiano (ed europeo) è ormai in metastasi. L’andamento del GDP mostra come negli anni, il divario tra Stati Uniti e paesi europei, si sia accentuato sempre più.

Metastasi perché la gestione del debito, dal 2008 in poi, diventa fallimentare in Europa, mentre negli Usa incontra l’innovazione tecnologica e porta quel paese ad una nuova dimensione del capitalismo.

Conoscere a priori i limiti entro cui possiamo operare porta poi a fare le scelte giuste. I limiti, gli ostacoli al rendimento degli investimenti, se investiamo nel capitalismo, sono i medesimi del sistema capitalistico.

In Europa non abbiamo avuto grandi innovazioni. Noi abbiamo Tavares, loro hanno Elon Musk

Noi abbiamo Stellantis, loro hanno Ford:

Domanda: qual è il miglior Hedge rispetto all’inflazione?

Risposta: bene le materie prime, correlazione sempre positiva, anche se il grafico mostra chiaramente che l’economia reale post 2008 sia cambiata rispetto a quella che hanno in mente Pimco e Wisdomtree. Ancor meglio il nasdaq.

Se, durante la prima accelerazione dell’inflazione, il Nasdaq non ha protetto, è vero che il miglior Hedge rispetto al secondo forte movimento inflattivo rispetto al trend, numeri alla mano, è stato il Nasdaq:

Il peggior investimento che possiamo fare è quello nei titoli value, dove la narrativa e le varie leggende della finanza sembrerebbero voler convincere ad andare. Solo nel periodo 2003-2007, la correlazione è stata positiva, nei restanti periodi negativa o nulla.

Domanda: qual è il miglior Hedge rispetto alla salita dei tassi di interesse (se ci sarà)?

Risposta: il fatto che ci siano «dei riflettori» su credit suisse e banca Carige la dice lunga su cosa interessi ai «registi» in Europa

A parte le battute, dal 2007 non ci sono più le banche di una volta …

E affermare che il Nasdaq soffre gli aumenti di tassi, perché è assimilabile ad un High duration, significa non avere una visione più ampia del mercato. Sostenere questa tesi significa implicitamente dire che gli ultimi 21 anni di mercato sono «sbagliati» perché la relazione giusta è quella degli ultimi 3 mesi.

Mettiamo insieme tutti i tasselli del puzzle.

Saldi commerciali decrescenti dell’Europa, uniti ad alti livelli di debito e inflazione strutturalmente più elevata che negli USA, porteranno ad un importante spostamento di capitali dal mondo dei tassi nominali negativi o prossimi allo zero, ed assenza di crescita dell’Europa, al mondo dei tassi nominali positivi e crescita degli USA.

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