Luglio 22 –
Se dicessi «bolla del 2000», quale sarebbe il primo indice azionario che vi verrebbe in mente?



Penso di non sbagliare se dicessi Nasdaq.

Eppure è proprio nel Nasdaq che a Marzo 2000 avreste dovuto investire. Guardando l’andamento a posteriori di Nasdaq, Dax e FtseMib, la vera bolla era il FtseMib.

E sapete perché? Perché quando investite comprate una sommatoria di cicli

E si può parlare di bolla finanziaria se e solo se siamo sui massimi di una serie stazionaria o con un trend decrescente.
Se la serie è caratterizzata da un trend crescente, tanto più questo è forte tanto più il momento di acquisto non è importante.

Per chi investe principalmente in mercati con trend il timing può essere meno importante rispetto all’analisi del trend al punto da essere, a volte, completamente ininfluente.
Per chi investe principalmente in mercati stazionari (attorno ad un trend a media zero o decrescente) invece,

il timing è tutto.
Purtroppo, quando il timing è tutto, è più facile parlare che agire.
L’aggregato dei 1200 fondi venduti in Italia dimostra che, nel complesso, l’industria del risparmio gestito investe su serie stazionarie (media zero o negativa).

Come identificare il trend di un indice azionario?
Sicuramente non attraverso una retta di regressione tracciata su un grafico di prezzo.
Il trend di un indice azionario dipende, in primo luogo, da quello delle sue grandezze sottostanti, ossia Pil e Utili. Volendo scendere più nel dettaglio dipende dalla determinante di questi ultimi ossia il binomio produttività/debito.
Questo è il Pil nominale Usa. Il trend del Pil Usa è talmente potente che si fa fatica a identificare gli eventi avversi (crisi finanziaria, guerre, Covid)

Il trend del Pil nominale Usa di fatto spiega il trend degli utili di S&P500, anch’esso talmente potente che qualsiasi picco di utili dal 1950 ad oggi è sempre stato superato.

Questo è il Pil nominale Italiano. Qua i momenti di crisi si vedono, eccome. La serie è quasi stazionaria (con media zero o leggermente positiva) da almeno 14 anni e anche prima il tasso di crescita percentuale annuo era una frazione di quello del Pil Usa

Quella serie spiega in parte il trend degli utili del FtseMib. Anzi, il fatto che quest’ultimo abbia un trend decrescente indica che nel medesimo indice è maggiormente rappresentata la parte «peggiore» dell’economia italiana (in termini di produttività/debito).

Ma torniamo agli Stati Uniti. Sembrava potente il trend di crescita del Pil Usa e del suo legame con gli utili di S&P500?
Bene, esiste qualcosa di molto più potente.

Quindi, quando vediamo grafici come questo sotto (proposto molto spesso da chi è negativo sui mercati da almeno 15 anni) mi raccomando …

ricordiamoci anche del grafico n.2 e di questo.

A nostro avviso le bolle si nascondono altrove.
Ad esempio, basta osservare la divergenza tra indice Stoxx600 auto rispetto e vendite auto mondiali (dati assoluti).

Indice Stoxx600 auto serie con trend crescente rispetto a serie vendite auto stazionaria-decrescente (decrescente non perché così sembra dal grafico ma per i motivi di cui spesso abbiamo parlato)

Oppure osserviamo in Germania la divergenza del trend tra indice DAX rispetto alla bilancia commerciale tedesca.

Ecco perché in questi ultimi anni ho spesso parlato dei limiti del sistema capitalistico

e su come alcune economie abbiamo raggiunto questi limiti,

mentre altre siano riuscite costantemente ad alzarlo


E il trend dei tassi di interesse?
Secondo noi continuerà ad essere decrescente o stazionario su livelli attorno al 2%

La Fed sta alzando i tassi per evitare aumenti salariali nominali troppo veloci rispetto all’andamento della produttività. Non è dietro la curva. I rialzi dei tassi non troveranno nessuna bolla da far scoppiare, perché il consumatore americano, negli ultimi 12 anni, ha ridotto notevolmente il suo leverage ( da quasi 140% del reddito disponibile al 100%). I consumi, quindi, scenderanno molto meno in questo ciclo di tightening rispetto alla discesa del ciclo del 2008.

Il trend dei prezzi delle materie prime secondo noi è stazionario.

E questo perché la tendenza del sistema economico è verso un minor uso di materie prime

Ricordate the «age of freedom» di cui molte volte abbiamo parlato?

Il trend dell’inflazione rimane decrescente perché il motivo della fiammata è stato quasi del tutto rimosso

Mettiamo insieme tutti i tasselli del puzzle per confermare la nostra idea principale sul trend di lungo periodo:

Saldi commerciali decrescenti dell’Europa, uniti ad alti livelli di debito e inflazione strutturalmente più elevata che negli USA, porteranno ad un importante spostamento di capitali dal mondo dei tassi nominali negativi o prossimi allo zero, ed assenza di crescita dell’Europa, al mondo dei tassi nominali positivi e crescita degli USA. In un contesto inflattivo e di tassi in rialzo, i titoli «growth» (ossia Nasdaq) sono destinati a performare meglio.
Potremmo riassumere tutti i grafici precedenti con questo:

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