Aprile 23 –
30 marzo 2023. La revisione dei dati sul PIL del 4 trimestre negli USA conferma la nostra lettura di economia e mercati: «il rialzo dei tassi della FED non è sinonimo di recessione.
Quindi, con il calo di fine estate 2022 di S&P500 e Nasdaq 100, è giustificato un approccio molto positivo sui mercati azionari statunitensi»

Finalmente, dopo mesi passati ed energie spese a confutare le tesi recessive (economie) e ribassiste (mercati) di autorevoli e blasonati interlocutori, eravamo pronti a voltare pagina, a tornare a studiare per proporre, non per confutare, a passare dall’analisi Macro a quella Micro. Eravamo pronti a dire «…….mo me lo segno» a frasi come queste:

Eravamo sicuri di avere dimostrato ampiamente che le principali argomentazioni portate a supporto «di una recessione imminente» erano un «fake». Sicuramente prima o poi una recessione ci sarà (esattamente come un orologio rotto due volte al giorno segna l’ora giusta) ma non per questi motivi.

Avevamo mostrato ampiamente che non ci sono, nell’economia statunitense, squilibri strutturali che ci devono tenere lontani dagli investimenti.

Poi abbiamo letto l’ennesima dichiarazione di Dott Doom: «la prossima crisi è già partita, innescata dalla banche Usa: non possiamo avere controllo dei prezzi, della crescita economica e stabilità finanziaria contemporaneamente».

Prima di passare oltre, abbiamo l’obbligo di dimostrare che questa affermazione è falsa, o almeno lo è per gli Stati Uniti.

Il grafico sotto ci dice che la tesi della instabilità finanziaria (in sintesi: Quantitative Tightening (QT) + Tassi = crisi banche) è immotivata. L’incremento di Bilancio (reale) della FED ha già trovato allocazione nell’economia reale; i titoli (attività finanziarie) rappresentativi dei disavanzi di bilancio finanziati dalla Fed hanno già come corrispettivo un eguale, se non maggiore, importo di beni e servizi prodotti. In altre parole D-M-D’ (Denaro-Merci-Denaro) ha funzionato.

Il grafico sotto ci dice che la stretta Fed è già andata oltre il target teorico. I tassi reali sono ampiamente e, aggiungerei, eccessivamente positivi. Questo grafico e il precedente ci dicono che la FED ha già sotto controllo inflazione e grandezze finanziarie e i dati del PIL ci dicono che questo si è pure conciliato con la crescita economica!

Quello che dice Roubini è semmai vero per l’area Euro. Circa 2.700 mld (4400 – 1700) di attività finanziarie (titoli obbligazionari), rappresentativi dei deficit di bilancio post Covid, sono senza collaterale, ossia non hanno trovato un’allocazione in beni o servizi! Le soluzioni sono o maggior QT o maggior inflazione.

Nell’area Euro i tassi reali sono ancora negativi del 2,1%. In Europa sì che il trilemma di Roubini si pone, eccome, alla BCE.
In Europa, una protezione del sistema bancario via tasso (per alleviare la pressione sui depositi) o via Bilancio (nuovo QE) è molto più difficile.

L’errore di Roubini è lo stesso che commisero gli autori del Rapporto del club di Roma del 1971 dal titolo «I limiti allo sviluppo» . Errore che ChaptGPT, non io, evidenzia molto bene. Le economie, quelle sane, non sono statiche ma dinamiche ossia il loro asintoto superiore (che rappresenta il limite massimo, di lungo termine, allo sviluppo) si sposta verso l’ alto.

Nel 1972 lo spostamento verso l’alto del limite alla crescita, che il Club di Roma non aveva considerato, era quello determinato dalle “tecnologie di estrazione”. Oggi quello che Roubini non considera è determinato dalla rivoluzione che sta per travolgere il settore energy, transportation e food. Adesso sì che possiamo voltare pagina e analizzare l’unica cosa che conta, il nostro oggetto del desiderio: il Nasdaq.
Siamo a livelli valutativi (misurato con il rapporto «prezzo/vendite») interessanti?
Per rispondere riprendiamo un concetto espresso nel nostro report di luglio 2022

Bene, scomporremo la serie storica dei prezzi del Nasdaq e delle vendite per azione nelle due componenti ciclica (le onde del grafico precedente) e trend (linea retta del grafico precedente). Ecco il grafico della componente ciclica delle 2 serie storiche. I prezzi sono sul minimo della componente ciclica ossia stanno già scontando una rallentamento simile a quello del 2020.

Ma allora se il Nasdaq, nella sua componente ciclica, sta già scontando una recessione tipo 2020, il vero problema di tutti i Grantham del mondo ha a che fare con il trend!
Parlano di recessione, tassi, consumatore, petrolio, inflazione ma in realtà non hanno mai accettato che il trend del rapporto prezzo vendite fosse la linea verde invece che la rossa.

Quando vi dicono «il Prezzo/Vendite deve tornare a 2,5 perché siamo alla vigilia di una recessione» sembra un’affermazione di buon senso. Avete invece visto che è una frase subdola, perché in realtà le vere motivazioni, inconfessabili motivazioni: sono la mancata accettazione della realtà nella convinzione che il mercato «quota sbagliato da 11 anni»

Si badi bene, nemmeno io accetto acriticamente il mercato e non dico che la linea verde è la più corretta perché lo dice il mercato. Secondo me è corretta perché in questi 20 anni l’EBITDA del Nasdaq è cresciuto molto più delle vendite.

Il perché è cresciuto più delle vendite lo spiegavo a Novembre attraverso una foto.

Che la linea giusta sia la verde ce lo dice anche questo grafico!

Il progresso tecnologico è talmente dirompente e prevedibile, per chi è disposto a capire il cambiamento, che ha permesso a Pierre Ferragu di prevedere nel 2020 che la redditività sul capitale investito di Tesla non avrebbe fatto «mean reverting» ma sarebbe arrivata al 38%

Cosa poi puntualmente successa. La linea giusta è la linea verde perché Tesla è la metafora dell’intera economia statunitense. Questo si vede anche dalla linea gialla del primo grafico che paragona l’andamento dell’attivo della FED con l’incremento del PIL statunitense e da questo sotto. Il capitalismo funziona se nell’equazione Denaro-Merce-Denaro’ D’ è maggiore di D attraverso prezzi più bassi e volumi più alti.

Il reverting sulla linea rossa è un fenomeno tipico delle economie in declino, quel declino di cui parla la Bce, il declino proprio di un capitalismo dove «i soldi si fanno aumentando i prezzi, non i volumi» dove, addirittura, la legge D-M-D’ diventa D-D’.

Il reverting sulla linea rossa è pronosticabile per le economie che nel cambiamento e nella trasformazione vedono minacce più che opportunità. E’ per quelle economie che è valido il trilemma di Dott Doom.

Il trilemma vale per le economie che usano energia rinnovabile per catturare Co2 dall’atmosfera, bruciarla in un motore e reimmetterla nell’atmosfera. Uno spreco pauroso per usare un motore a scoppio e usare i distributori che già abbiamo! Forse, davvero, non ci resta che piangere.

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