Il Congresso di Vienna (1814) e la Restaurazione (1815 – 1830)
Ottobre 2023. Ackman ha chiuso dopo solo qualche mese quello che sembrava dovesse essere lo short del secolo. Ebbene sì. Ha scomodato trend secolari (de-globalizzazione e transizione energetica) ha ipotizzato il ritorno delle tensioni salariali stile anni ‘70, ha messo in piedi un cinema pazzesco per … 200 «miseri» milioni di dollari.

«Miseri» perché quell’ 1,7% di rendimento trimestrale perseguito con la «tradata del 2023» (Pershing square ha un attivo 12 miliardi di dollari. 200/12000 =1,7%) è una goccia nel mare rispetto al 150% che gli manca per eguagliare il Nasdaq o il 64% che manca per eguagliare S&P500.
Gestire non è «un insieme di tradate» e Ackman non è un gestore.

A mio avviso l’uscita di scena «con profitto» di Ackman è un dramma.
Fosse uscito con una perdita colossale, stile LTCM https://en.wikipedia.org/wiki/Long-Term_Capital_Managements, sarebbe nata una discussione che avrebbe mostrato come gli errori di analisi macroeconomica che hanno portato a quello short sono in realtà figli dell’errata interpretazione che gli investitori diedero della conseguenze della politica monetaria nel 2020.

Non attribuire l’inflazione al tardivo rialzo della FED, ha creato le basi per un’interpretazione sbagliata dei fatti successivi al 2020. Ha preso piede la favola che il Covid aveva dirottato l’economia verso un percorso meno globale, con meno forza lavoro e con un debito insostenibile.
Una sequela di errori ben riassunti dall’outlook surreale di Blackrock per l’anno 2023.

Non sorprende, quindi, che tutti coloro che la rivoluzione tecnologica aveva messo all’angolo, abbiano visto nel rialzo dei tassi la «Waterloo dei sognatori».
Una moltitudine di novelli Metternich (scusate il gioco di parole) assapora la possibilità di uscire dall’abisso della sottoperformance. E’ una moltitudine bellicosa, desiderosa di rivincita dopo 15 lunghissimi anni di sofferenze inflittegli da Fang, Tecnologia e titoli Growth.
“Finalmente è arrivato il tempo di oro, di crisi del debito americano, di fine del capitalismo, di corsa agli hard assets, di tensioni sociali stile anni ‘70.
Finalmente, dicono, dopo 15 anni di follie è tempo di Restaurazione.”

Per non farli riemergere sarebbe bastata una lettura attenta e non acritica dei dati economici, che avrebbe immediatamente mostrato l’inconsistenza del «lower for longer» di allora, soffocando sul nascere il «higher for longer» di adesso.
https://komorebi-invest.ch/index.php/2020/12/28/dicembre-2020-scenario-macroeconomico-2021/

Ecco perché oggi è necessario smontare quella frase «there is too much risk in the world to remain short».
I tassi Usa decennali andranno al 3,5%, non per le tensioni geopolitiche ma per motivazioni economiche, le stesse motivazioni che porteranno nel 2034 S&P500 a triplicare.
Inizieremo il nostro «risorgimento», la «rigenerazione» contro il mondo dei Metternich partendo da questo video.
Questo signore è Ron Baron. Non è uno che fa tradate o che insegue il sogno di beccare i massimi ed i minimi. Non è famoso come Ackmam. Ha però due cose che Ackman non ha, performance e visione chiara delle regole che servono per generarla.

Come avete sentito nel video, Baron riprende un tema da noi sviluppato nel report di settembre ossia che l’economia degli Usa sta accelerando. Lui si aspetta, al termine dei prossimi 50 anni, un tasso di crescita minimo del 7% annuo nominale, maggiore rispetto alle nostre stime di crescita annua del 3% di Pil reale e dell’ 1% di inflazione da qua al 2034.

Per questo motivo dicevamo, e confermiamo, quanto detto nel nostro report precedente, ossia che la nostra stima del valore di S&P500 nel 2034 è tra i 7.000 ed i 10.000 punti e che tale range è da considerarsi prudenziale.

Noi abbiamo queste aspettative perché abbiamo una visione del mondo opposta a quella dei restauratori.
- Loro vedono davanti a noi un periodo di scarsa crescita e pieno di tensioni sociali. Hanno ragione? No. Negli Usa la crescita è trainata dalla produttività, termine che da loro non sentirete mai utilizzare. Negli Usa la crescita reale non è dipende dal debito ma dalla produttività e il trend di quest’ultima è chiaro e intatto.

- Il sistema capitalistico a livello mondiale è in crisi e nella sua fase terminale come dicono i Restauratori? No. E’ in Europa che il capitalismo è malato perché corporativo (Italia in primis), dipendente dal plusvalore assoluto e dalla mera espansione della forza lavoro. E’ in Europa che crescita si coniuga necessariamente con debito e inflazione con tensioni sociali. E’ in Europa che il debito non è sostenibile a meno di un aumento della forza lavoro.

Il trend di crescita della produttività, assente in Europa, negli Usa sarà soggetto ad una accelerazione «mostruosa» perché, ovunque tranne che in Europa, il capitalismo si muove procedendo verso la sua nuova fase, quella della creazione.

- Il debito pubblico statunitense è un problema come dicono i Restauratori? No, il grafico ci dice che un deficit di Bilancio si può coniugare benissimo con un calo del rapporto debito Pil. E’ la crescita del PIL, e non la presenza di avanzi o disavanzi di bilancio, che muove il rapporto Debito PIL. McKinsey ci dice che una produttività stabilmente al 2% significherebbe per gli Usa un aumento di 10.000 mld del PIL da qua al 2030.

- Siamo in un mondo di risorse scarse come dicono i Restauratori? Falso. Dagli anni ‘70 ad oggi il peso del consumo di petrolio sul totale dei beni e servizi prodotti dell’economia Usa è sceso dal 10% al 2% e tale tendenza subirà una drastica accelerazione nel prossimo decennio, per effetto della rivoluzione green.

- Siamo di fronte ad una crescita del PIL drogata dalla spesa pubblica come dicono i Restauratori? Falso. Negli Usa il peso dei consumi governativi sul totale aggregato del Pil è in costante diminuzione e tale tendenza subirà una drastica accelerazione nei prossimi 10 anni. Il peso del settore pubblico NON è misurato dal deficit ma dalla quota di beni che il settore pubblico consuma.

- E’ la massa monetaria che tiene a galla l’economia Usa, come dicono i Restauratori? No. La quantità reale di moneta immessa nel sistema è in eccesso solo nella misura in cui non si è trasformata in bene o servizio prodotto. Il grafico dice che negli Usa siamo nella situazione contraria. Il QT potrebbe già oggi cessare.

E’ in Europa, semmai, che la massa monetaria regge l’economia. E’ l’Europa l’area dove una riduzione tipo quella attuata dalla FED (ossia creazione massa monetaria inferiore o uguale all’aumento del PIL reale) è impossibile a meno di un’implosione del sistema.

- E per finire l’inflazione. E’ il rialzo sperimentato dal 2022 il segnale che il sistema capitalistico ha raggiunto il suo limite, come dicono i Restauratori? No, ed il perché è facilmente visibile dalle slides precedenti, che possono essere sintetizzate in questo grafico.

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